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al testo di Francesco Rossi
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Vi ricordate quel lontano e fatidico anno 2001, quando a Genova scesero in piazza più di 300 mila persone riunite in un solo, unico soggetto politico, il “Movimento dei Movimenti”, per contrastare le politiche dissennate di enti come la Banca Centrale Europea (BCE), il Fondo Monetario internazionale (FMI), il World Trade Organization (WTO), le società multinazionali, rappresentate dagli otto Paesi più industrializzati? Per gli italiani si trattò anche del prosieguo della lotta contro l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi, ma soprattutto dell’elaborazione di un pensiero politico mondiale complesso, perché in grado di coniugare al proprio interno, pur con il rischio di cadere nella più insanabile delle contraddizioni, un netto rifiuto della globalizzazione dei mercati (quindi, del primato dell’economia sulla politica e sul diritto all'autodeterminazione), da ciò la definizione di no-global che il movimento si diede fin dall'inizio. Non è durato neppure un decennio ma le sue idee sulla decrescita e l’analisi dei processi migratori, la ricerca di energie alternative, la riconversione militare, il cambiamento delle pratiche nell'agricoltura e nell'alimentazione, il divario economico spalancatosi tra ricchi e poveri nel mondo nell'era globale, il rischio ambientale, il netto rifiuto della guerra “umanitaria” esportatrice di democrazia e della sua morale ipocrita, sono, oggi, di stringente attualità.
Vi ricordate che in quegli stessi anni (2002), intorno alla figura inquieta di un regista romano, Nanni Moretti, e di un sino ad allora sconosciuto Francesco Pancho Pardi, si coagulò un movimento che volle darsi il nome gentile e un po’ infantile di “Girotondi”, dal movimento circolare che i partecipanti compivano intorno al palazzo di giustizia romano, il famoso “palazzaccio”, allo scopo di denunciare l’incompatibilità di Silvio Berlusconi, allora sottoposto ad una serie infinita di processi, con il proprio ruolo politico e istituzionale? Quel movimento di pura testimonianza, in difesa della legalità democratica ma dallo sguardo limitato alla sola realtà italiana, durò qualche stagione e poi si dissolse. Berlusconi, invece, è ritornato in Europa!!… Vi ricordate che intorno al 2009, nuovo soggetto politico buono per le piazze romane questa volta dal nome suggestivo di “Popolo Viola”. L’8 settembre 2007) nacquero i Cinque stelle, subito diventati partito d’opposizione e successivamente di governo, smarrendo,qualsiasi connotazione movimentista. in uno scenario desolante di fine decennio (siamo nel 2019),ecco riempirsi all'improvviso le piazze. Un altro nome. Il nome di un pesce. Tra le altre cose il fatto, di chiedere a gran voce l’abolizione del decreto sicurezza e richiamarsi all'antifascismo non definisce,un manifesto politico o un programma, ma un semplice ammonimento all'attuale governo. Quella romana di San Giovanni (14 dicembre), infatti, festosamente riempita andrebbe letta come l’apice della testimonianza collettiva di un malessere che dallo spazio liquido della Rete finisce, in rispetto a una tradizione consolidata, in quello concreto di una piazza reale. Malessere etico e politico,che difficilmente troverà uno sbocco concreto se non quello elettorale prossimo futuro, dove dovrà confrontarsi con una piazza assai più grande, quella di un’Italia per la maggior parte sempre più volta all'impoverimento culturale, sociale e morale. Facile ma illusorio, dunque, sostituire entro il perimetro di una grande piazza, una massa,se non vi è ancora il terreno politico reale, il brodo di cultura su cui costituire una vera alternativa di sinistra, consapevole e pronta a farsi, ancora una volta, soggetto politico unitario. |
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